Area dell'identificazione
Tipologia del soggetto produttore
Persona
Forma/e autorizzata/e del nome
Innocenzo X
Forme parallele del nome
Forme del nome normalizzate secondo altre regole
Altre forme del nome
- Pamfili, Giambattista
Codici identificativi di enti
Area della descrizione
Date di esistenza
1574-05-07 - 1655-01-07
Storia
Innocenzo X, al secolo Giambattista Pamfili, d'illustre famiglia di Gubbio stabilitasi in Roma dal sec. XV, nasce a Roma il 7 maggio 1574. È avvocato concistoriale e uditore di Rota, nunzio a Napoli (1621) e nella Spagna (1626), cardinale (in pectore 1627, pubblicato nel 1629), prefetto della S. Congregazione del concilio. Viene eletto a successore di Urbano VIII il 15 settembre 1644, contro la volontà della Francia, ma con grande giubilo dei Romani. Negl'inizi del suo pontificato processa i Barberini, nipoti del suo predecessore, invisi per orgoglio e ricchezza male acquistata, ma essi fuggono in Francia (1645-46), e le minacce del Mazzarino costringono il papa a restituirli nei loro beni. Colta occasione dall'insolvenza di Ranuccio II Farnese, duca di Parma, e dall'uccisione del vescovo di Castro, fa prendere e distruggere Castro (1649) e ottiene che questo feudo e quello di Ronciglione tornassero alla Chiesa. Da aiuti a Venezia nella guerra di Candia, sebbene venga poi in contrasto con lei per la sua politica religiosa, tollerante verso i protestanti e non rispettosa delle prerogative ecclesiastiche. Amante dell'Italia, non vede tuttavia la possibilità di sostituire il predominio spagnolo se non col francese, anche più grave; tiene perciò contegno riservato durante la rivoluzione di Napoli (1647), offrendo prima la sua mediazione, disapprovando poi le vendette e il malgoverno spagnolo. È, in generale, poco amico della Francia e del Mazzarino; benevolo invece alla Spagna, alla quale tuttavia resiste nella questione delle nomine vescovili. La questione stessa, molto più che l'opposizione della Spagna, gli impedisce di riconoscere Giovanni IV a re del Portogallo ribellato. Nel congresso di Vestfalia si adopera per la pace, ma avversa le concessioni imperiali ai protestanti; conclusa la pace, che affermava il principio della chiesa di stato, pubblica, non senza lungo indugio (20 agosto 1650), il breve Zelus domus meae, antidatato dal 26 novembre 1648, nel quale dichiara nulli gli articoli dannosi alla Chiesa. Ma, più della protesta inascoltata, giova l'opera del pontefice per ricondurre, con missioni, con seminari, con riforme, i dissidenti all'unità religiosa. E nel campo religioso l'opera d'Innocenzo X non fu scarsa: solenne giubileo nel 1650, al quale accorrono 700.000 pellegrini, opportunamente ospitati a cura del papa; riforma degli ordini religiosi; sviluppo delle missioni nell'Oriente e nell'Africa con più larghi poteri alla Propaganda; istituzione di una università domenicana a Manilla (1645) e di un collegio maronita a Ravenna (1648). Nella celebre contesa tra il vescovo Palafox e i gesuiti si dichiara favorevole al primo, restringendo le facoltà di questi ultimi a profitto dell'autorità vescovile. Ordina (1645) la pubblicazione della bolla In eminenti di Urbano VIII contro l'Augustinus di Giansenio, fa condannare dal Santo Ufficio la dottrina dell'Arnauld sull'uguaglianza perfetta fra i due principi degli Apostoli (1647), e pronuncia la condanna di cinque proposizioni, che riassumevano la dottrina di Giansenio sulla grazia e sul libero arbitrio (bolla Cum occasione, 31 maggio 1653). Il pontificato d'Innocenzo X non è stato tuttavia un pontificato glorioso. Uomo pio, desideroso di giustizia, ma diffidente, indeciso, troppo amante dei suoi, si lascia dominare dalla cognata Olimpia Maidalchini, donna energica, ambiziosa. Le voci di relazioni colpevoli fra i due non hanno fondamento; ma la potenza di donna Olimpia, il favore ai cardinali nepoti e i loro intrighi scandalosi, lo sperpero delle rendite della Chiesa, il riscatto delle pene per danaro, la poca sicurezza interna di Roma, l'opera di falsario del sottodatario Mascambruno oscurano la fama d'Innocenzo X. Egli ha invece il merito di avere provveduto a lenire la carestia, di avere protetto gli studi storici, di avere dato nelle Carceri nuove l'esempio di una "più sicura e mite custodia dei rei", di avere continuato le grandi opere costruttive dei suoi predecessori; la decorazione dei pilastri delle cappelle longitudinali e il pavimento della navata centrale in San Pietro, affidati al Bernini, il rifacimento della basilica lateranense, opera del Borromini, la sistemazione di piazza Navona col nuovo palazzo Pamfili e la chiesa di S. Agnese, del Borromini stesso e di Girolamo Rainaldi, la fontana dei quattro fiumi, del Bernini, la continuazione del palazzo del Museo Capitolino, la villa Pamfili, sono opere compiute o promosse da questo papa. Muore il 7 gennaio 1655 e la sua salma rimane più giorni "in un canto, in una cassaccia", per l'avarizia dei familiari.
Luoghi
Condizione giuridica
Funzioni, occupazioni e attività
Mandato/Fonti normative
Struttura amministrativa/Genealogia
Contesto generale
Area delle relazioni
Area dei punti di accesso
Occupazioni
Area di controllo
Codice identificativo del record d’autorità
IT-IC-IX1
Codici identificativi delle istituzioni responsabili
Norme e/o convenzioni
- Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), regola E.1.1 Denominazione di autorità.
- Sistema di datazione utilizzato per indicare le date nel record di autorità: Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), E.2.1 Date di esistenza. Normalizzazione.
Grado di elaborazione
Finale
Livello di completezza
Intermedio
Data/e della descrizione
Lingua/e
Scrittura/e
Fonti
Enciclopedia Treccani: http://www.treccani.it/enciclopedia/innocenzo-x-papa_%28Enciclopedia-Italiana%29/ consultato in data 07/03/2019.
Note sulla compilazione
Creazione: Massimo Bonifazi 7 marzo 2019.
Compilazione: Massimo Bonifazi 7 marzo 2019.
Compilazione: Massimo Bonifazi 7 marzo 2019.