Unità archivistica b. 7, fasc. 1 - Inventari, memorie e capitoli relativi all'eredità Campana

Fascicolo, suddiviso in ulteriori sette sotto fascicoli, che conservano i seguenti inventari, memorie e capitoli relativi alla pia Eredità Campana, dall'anno 1646 fino all'anno 1710: il primo sotto fascicolo, la cui segnatura originaria era "I n. 11", contiene sia la "Copia dell'inventario della robba del illustrissimo signor castellano principiato adì 14 novembre 1646" (ossia Federico Campana), redatto dal cancelliere della curia vescovile di Osimo, il signor Giuseppe Bonetti (si tratta della copia della scrittura spedita in Roma da Scipione Campana), sia un'altra copia, maggiormente dettagliata, dell'"Inventarium omnium et singulorum bonorum mobilium, stabilium, semoventium, iurium creditorum et debitorum quorumque repertorium in hereditate quondam illustrissimi domini Federici Campani de Auximo". Il secondo sotto fascicolo conserva alcune note e memorie, frammentarie, risalenti alla fine del XVII secolo spettanti sempre al patrimonio ed all'eredità lasciata dal colonnello e castellano Federico Campana. Il terzo sotto fascicolo contiene alcune carte, note contabili, estratti di scritture e particole di testamento inerenti tanto al testamento del colonnello Federico Campana quanto ai suoi beni patrimoniali passati in eredità ai suoi eredi più prossimi nelle persone di Stefano, Muzio e Scipione Campana con la clausola, in caso di mancanza dell'asse ereditario, che venissero sostituiti dalla compagnia della Morte di Osimo. Il quarto sotto fascicolo conserva: la supplica inoltrata prima dell'anno 1691 dagli ufficiali maggiori della compagnia della Morte di Osimo al vescovo di Osimo, il cardinale Antonio Bichi, mediante la quale chiedono il rispetto dell'adempimento delle volontà testamentarie espresse dal fu colonnello Federico Campana nel suo ultimo testamento; la nota informativa prodotta "nella causa della fabrica che si deve formare lo stato dei beni ereditarii di Federico Campana giudizialmente" risalente alla fine del XVII secolo; la supplica ed il memoriale prodotti da Scipione Campana alla fine del XVII secolo mediante i quali si chiede la nomina ad amministratore dei beni ereditari del defunto castellano Federico Campana, suo zio, in favore del signor Giulio Pini; la copia della bolla (stampata in Roma) di papa Clemente XI del 13 febbraio 1707 mediante la quale viene conferita l'eredità di casa Campana in favore della compagnia della Morte di Osimo; una memoria nella quale vengono descritti alcuni lasciti minori presenti all'interno del testamento del signor colonnello Federico Campana, con enunciazione di un successivo codicillo aggiunto il 10 ottobre 1646 con il quale "ordina che si compisca in dieci anni la fabrica" della sua eredità. Il quinto sotto fascicolo, che ha come precedente segnatura archivistica la sigla "I n. 10", è l'inventario analitico dei beni ("robbe") del maggiore Muzio Campana redatto da Scipione Campana il 15 gennaio 1688. Il sesto sotto fascicolo, che ha come segnatura originaria la sigla "Q n. 4", è il verbale della consegna dei quadri, argenti e mobili provenienti dall'eredità del quondam castellano Federico Campana ai signori deputati della compagnia della Morte di Osimo effettuata dal signor Bernardino Pini quale procuratore del signor Giovanni Battista Casali. Il settimo ed ultimo sotto fascicolo contiene la documentazione relativa alla concordia stipulata tra gli ufficiali maggiori della compagnia della Morte di Osimo ed il signor Giovanni Battista Casali e precisamente i "Capitoli stabiliti tra l'illustrissimo signor Giovanni Battista Casali herede beneficiario del quondam signor Scipione Campana da una parte e dall'altra la venerabile compagnia della Morte di questa città d'Osimo per la concordia da stipolarsi con istromento publico" del 4 dicembre 1698 e la documentazione legale (fatto informativo, sommari, capitoli della precedente concordia e sentenza) prodotta dall'anno 1708 fino all'anno 1710 e formante il processo titolato "Ragioni per la venerabile compagnia della Morte d'Osimo contro l'eredità delli quondam Mutio e Scipione Campana e contro il signor Giovanni Battista Casoli erede del detto Scipione e signor Giulio Pini già amministratore e detentore de beni delle dette eredità" (originaria segnatura "B n. 1"), con in appendice la sentenza finale di approvazione della concordia già stabilita tra la compagnia della Morte di Osimo ed il signor Giovanni Battista Casali emanata il 12 febbraio 1710 dalla sacra Congregazione dei Vescovi e dei Regolari.